
Vuoi che le tue piante siano più vigorose e forti? Desideri ottenere una produzione di fiori abbondanti dalle tue specie ornamentali? Hai degli alberi da frutto da cui vuoi ricavare una raccolta abbondante? Allora non puoi non effettuare alcuni interventi di concimazione. La cenere, in questo caso, potrebbe esserti d’aiuto. Scopri come.
La concimazione: di cosa si tratta?
Salute, sviluppo e produttività sono i tre principali obiettivi a cui le pratiche di concimazione aspirano. La concimazione, in particolare, rappresenta uno degli interventi colturali più comuni in ambito agricolo e di giardinaggio e consiste nell’apporto di nutrienti di vario tipo al terreno e, di conseguenza, alle piante che vi risiedono.

I nutrienti, chiamati anche sostanze nutritive, che vengono immesse, durante le operazioni di concimazione, nel substrato di coltivazione in svariate forme permettono di favorire lo sviluppo vegetativo sano e vigoroso della pianta trattata, andando al tempo stesso ad arricchire il terreno che, in alcuni casi, potrebbe risultare impoverito e, quindi, meno fertile.
E’ l’impiego di concimi, o fertilizzanti, quindi, a garantire un apporto esterno dei nutrienti necessari alla pianta per potersi accrescere e per poter portare avanti al meglio le proprie attività metaboliche e fisiologiche. I componenti presenti all’interno dei concimi possono essere di origine sintetica o naturale, a seconda dei casi.
Le funzioni della concimazione
Tra le principali sostanze nutritivi troviamo tre elementi: l’azoto, il potassio e il fosforo, ognuno con delle funzionalità e delle peculiarità specifiche, riportate nel dettaglio di seguito. L’azoto, in particolare, stimolerebbe la crescita di foglie e steli di piante erbacee, andando, quindi, ad agire sugli organi verdi delle specie vegetali.

Il fosforo, invece, andrebbe ad agire maggiormente a livello degli organi ipogei della pianta, ovvero le radici, ma non solo! Esso sarebbe un utile elemento nutritivo in fase di fioritura, potendola favorire e prolungare. Infine, ma non per importanza, troviamo il potassio, nutriente che migliorerebbe la qualità e la quantità di fiori e frutti.
Insomma, le pratiche di coltivazione agirebbero a livello del suolo, arricchendolo e rendendo disponibili nutrienti assorbibili a livello radicale da parte delle piante messe a dimora in esso. Inoltre, permetterebbero di stimolare la crescita delle specie vegetali, rendendole più resistenti a stress e malattie e aumentando la produttività, sia in termini di frutti che in termini di fiori.
Le tipologie di concimi
I concimi che possono essere reperiti sono di vario tipo e possono essere suddivisi in due grandi categorie: i concimi organici e i concimi chimici o minerali. Appartenenti alla prima classe sono tutti quei prodotti di origine naturale che possono arricchire il terreno apportando nutrienti di vario tipo e in varia concentrazione.

Alcuni classici esempi sono rappresentati dal compost, dal letame, e dall’humus. Tra i concimi chimici o minerali, invece, troviamo prodotti di origine sintetica e, quindi, industriale, formulati appositamente con macro e microelementi in concentrazioni controllate e prestabilite, anche in base alle specie di piante per cui ne è previsto l’utilizzo.
Questi ultimi sono in genere particolarmente efficaci ma, se non ben dosati e usati con consapevolezza, possono arrecare danni alle piante, compromettendone la salute e lo sviluppo. Essi sono presenti in commerci in varia forma: liquidi, granulari, solubili e così via. Se vuoi un’alternativa tutta naturale che può anche dar nuova vita a un prodotto altrimenti gettato, potresti considerare la cenere!
Scopri come utilizzare la cenere per concimare!
L’utilizzo della cenere come concime naturale (e quindi a tutti gli effetti facente parte della prima categoria citata nei paragrafi precedenti) è noto fin dall’antichità ma, con l’avvento dei prodotti di sintesi, il suo uso è stato ridotto in maniera progressiva fino a scomparire. E’ giunto il momento di riscoprire queste pratiche ecologiche ed efficaci!

Per poter far sì che la cenere esplichi il proprio effetto nutriente, dovrebbe essere sparsa in piccole quantità alla base dei fusti delle piante e successivamente interrare in superficie, per evitare che possa essere dispersa a causa del vento o di altri agenti atmosferici. Nonostante l’origine naturale, però, dovrebbero essere messe in atto alcune accortezze.
Innanzitutto, la cenere, per le proprietà alcaline, non sarebbe adatta a tutte le specie vegetali: ortensie, camelie, azalee, rododendri e altre piante acidofile potrebbero non tollerarla. Inoltre, la cenere da utilizzare dovrebbe provenire da legno non trattato e da materiali al 100% grezzi e non verniciati chimicamente. Il periodo presumibilmente migliore per l’utilizzo? Le mezze stagioni.