Come ridurre l’evaporazione dai vasi in estate: il metodo della pacciamatura consigliato dagli agronomi

Il solleone estivo può mettere a dura prova la resistenza delle piante, anche di quelle amanti del sole. Le alte temperature e la siccità prolungata, infatti, possono provocare l’evaporazione dell’acqua presente nel suolo. Ecco che viene in aiuto la pacciamatura. Scopri di più su questo importante intervento colturale.

La pacciamatura: descrizione

Che si tratti di piante ornamentali o di piante orticole, la pacciamatura, insieme all’irrigazione, alla concimazione, alla potatura (e chi più ne ha più ne metta!), rappresenta una comune tecnica colturale. L’origine della pacciamatura risale a tempi antichi il cui nome deriva dal termine dialettale “paccia”, ovvero uno strato di protezione.

Non a caso, la pacciamatura si effettua coprendo la superficie del terreno, presente in campo o in vaso, con uno strato di materiale che può avere derivazione organica o inorganica, a seconda dei casi. La pacciamatura così descritta potrebbe sembrare una tecnica banale. La semplicità non significa buona riuscita a tutti i costi.

Esistono delle accortezze e delle strategie che permettono di ottenere degli ottimi risultati, in termini di protezione del suolo dall’evaporazione dell’acqua e di miglioramento delle condizioni di sviluppo delle piante durante i periodi “estremi” dell’anno. Andiamo più nel dettaglio, nei paragrafi che seguono, partendo dalle funzioni principali di questo intervento colturale.

La pacciamatura: funzioni

Gli scopi della pacciamatura li abbiamo appena accennati: riduzione dell’evaporazione dell’acqua presente nel terreno e conseguente protezione delle piante (soprattutto dell’apparato radicale sotterraneo) dalla siccità. In effetti, il più prolungato mantenimento della componente idrica nel suolo consente di ridurre la frequenza di irrigazione e di favorire il benestare delle specie vegetali.

Inoltre, il posizionamento di uno strato pacciamante permette anche di regolare e mantenere stabile la temperatura del suolo, evitando picchi termici (sia in termini di freddo che di calore), isolando e proteggendo al meglio le radici. In queste condizioni, poi, le erbacce avranno vita difficile! Il motivo principale? Te lo diciamo subito.

Immagina di essere un piccolo seme e di trovarti nel terreno al di sotto di uno spesso strato di residui di varia natura: come puoi germinare? Ebbene, la pacciamatura impedisce alle erbacce di svilupparsi. Nel caso di materiali organici, poi, nel tempo questi possono, biodegradandosi, favorire il passaggio di nutrienti al terreno.

La pacciamatura: i materiali adatti

Come hai potuto notare dai concetti espressi nei paragrafi precedenti, la pacciamatura cela diverse e numerose funzionalità. Oltre al lato pratico, però, pacciamare potrebbe rappresentare anche un modo per abbellire le aiuole o i vasi presenti sul tuo balcone o nel tuo giardino! Hai mai visto la corteccia di pino?

Questo materiale è un classico prodotto organico utilizzato per pacciamare. Molto gradevole dal punto di vista estetico, permette di dare quel tocco di cura e di rifinitura in più! Anche l’argilla espansa è molto decorativa e, insieme ai ciottoli e alla ghiaia, può rappresentare una valida alternativa inorganica alle cortecce di pino.

Infine, possiamo citare altri materiali, meno belli alla vista ma altrettanto funzionali, come la paglia o il fieno (utilizzati frequentemente negli orti), le foglie secche, il compost maturo e grossolano e il tessuto non tessuto, anche detto TNT. Insomma le scelte a tua disposizione sono molte: trova quella più adatta alle tue esigenze!

La pacciamatura: come si effettua

Come accennato in precedenza, di per sé la pacciamatura è un intervento colturale semplice e intuitivo, ma per avere una sufficiente efficacia dovrebbe essere effettuato seguendo alcuni accorgimenti. Partiamo dal presupposto che le piante da pacciamare siano in vaso. In questo caso, il primo passo da compiere potrebbe essere quello di ripulire il terreno presente al suo interno.

Rimuovere le erbacce, le foglie secche o altri residui dovrebbe essere, quindi, l’operazione preliminare da compiere. A questo punto è importante annaffiare bene per rendere il terreno umido ma non eccessivamente inzuppato. Siamo giunti al dunque! E’ infatti il momento di distribuire in maniera uniforme il materiale pacciamante, a formare uno strato abbastanza spesso.

Lo spesso può variare da un paio di cm a più di 5 cm, a seconda del prodotto scelto. Attenzione: non andare a coprire gli spazi immediatamente adiacenti al fusto della pianta! Lasciare un paio di cm di terreno scoperto potrebbe evitare marciumi indesiderati. Ecco che la tua pacciamatura è terminata!

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