
La semina o la messa a dimora nel terreno di piccole piantine è solo il primo step della coltivazione di un orto. Molte altre sono gli interventi colturali che possono essere necessari per garantire un sano e vigoroso sviluppo e una abbondante raccolta. Scopri di più sulla pacciamatura e sulle sue funzioni.
Pacciamatura: di cosa si tratta?
Gli amanti dell’orto avranno già sentito questa strana parola che si riferisce ad una tecnica di coltivazione che consiste nel coprire il suolo nei dintorni delle piante orticole con svariati materiali, di origine naturale o meno. Il verbo “pacciamare”, usato fin dal passato, infatti, sta a significare “coprire il terreno”.

Non è un caso che fin dal passato si sia pensato di creare uno strato protettivo del suolo. I motivi alla base di questo intervento colturale sono vari. Tra questi troviamo senza dubbio il fatto che la copertura del suolo possa favorire la conservazione dell’umidità in esso presente, creando delle condizioni idonee alla riduzione degli interventi di coltivazione.
Mica male, soprattutto se le piante si trovano in aree in cui le estati sono torride e siccitose! Inoltre, la pacciamatura crea anche condizioni sfavorevoli per la crescita di infestanti, andando ad ombreggiare il suolo e riducendo la germinazione dei semi eventualmente presenti. Il risultato? Minor necessità di intervenire con diserbanti di vario tipo.
Alcune funzioni della pacciamatura
Abbiamo già accennato, nei paragrafi precedenti, che la pacciamatura ha alcuni obiettivi principali, come la protezione del terreno dell’evaporazione dell’acqua in esso presente, permettendo di ridurre le irrigazioni, e la protezione del suolo dalla nascita di infestanti, riducendo la necessità di interventi di disinfestazione. Ma non è tutto! La pacciamatura, infatti, svolge altri ruoli.

Un esempio è rappresentato dal fatto che una copertura omogenea del suolo lo può proteggere al meglio dall’erosione operata naturalmente dagli agenti atmosferici, come pioggia, vento e neve. In questo modo si evita l’impoverimento del terreno per dilavamento dei nutrienti e anche il suo compattamento che può ridurre l’areazione).
Insomma, la pacciamatura non solo non permetterebbe il dilavamento dei nutrienti ma, al contrario, favorirebbe l’arricchimento del suolo, nel caso in cui venga creata con materiali organici, in grado di decomporsi lentamente. Infine, non possiamo non citare la capacità dei residui di pacciamatura di rendere costante la temperatura del suolo, evitando picchi durante le stagioni più “estreme”.
Come si effettua la pacciamatura con materiali naturali?
Non è poi così difficile creare uno strato di pacciamatura impiegando materiali naturali e sostenibili. Sono diverse, infatti, le possibilità che puoi avere a tua disposizione: paglia, fieno, foglie secche, residui di erba tagliata, cortecce di legno, cartone grezzo, compost in pezzi grossolani potrebbero rappresentare alcuni classici esempi di questo tipo.

La paglia, per esempio, è facilmente reperibile e, decomponendosi molto lentamente, permette di migliorare la fertilità del terreno. Anche il fieno, simile alla paglia, potrebbe essere utilizzato ma, essendo più ricco di semi, potrebbe favorire la germinazione di alcune piante indesiderate. Molto comune è la pacciamatura effettuata con cortecce di legno, essendo decorative.
Un modo creativo per riciclare l’erba tagliata è l’impiego come materiale pacciamante, insieme alle foglie secche. In questi casi, tuttavia, dovresti stare attento non solo a evitare fenomeni di fermentazione (nel caso in cui l’erba sia fresca) e conseguenti cattivi odori ma anche a garantire che la pacciamatura non crei uno strato impermeabile.
Come effettuare una pacciamatura ottimale?
La scelta del materiale pacciamante è un primo step per poter capire se a propria disposizione se ne ha sufficiente quantità. Una volta appurato questo importante aspetto, è possibile iniziare la preparazione del terreno. Come? Rimuovendo le erbacce presenti, irrigandolo nel caso sia asciutto e concimando, se povero in nutrienti essenziali per le piante.

Lo strato di materiale pacciamante da applicare dovrebbe essere di almeno 5 cm per quel che riguarda i materiali più leggeri, come foglie, erba tagliata e fieno, e almeno di 7 per materiali più resistenti come le cortecce o il compost grossolano. Questi prodotti dovrebbero essere distribuiti in maniera uniforme.
Attenzione, però, a non mettere questi materiali a contatto diretto con il colletto delle piante! Lasciare qualche cm tra materiale di pacciamatura e fusto della pianta sarebbe essenziale per evitare che possano crearsi le condizioni ideali per lo sviluppo di marciumi e di malattie fungine che potrebbero intaccare la produzione della coltivazione!