
Hai mai visto delle piante, ornamentali od orticole, con le foglie colorati di una sostanza di un colore intermedio tra l’azzurro e il verde? Se la risposta è sì, hai visto il risultato di quella che è chiamata comunemente “ramatura”. Questa tecnica colturale, utile per proteggere le piante dalle malattie, non dovrebbe essere utilizzata in alcuni casi. Scopri quali.
La ramatura: di cosa si tratta?
L’utilizzo di rame in forma liquida per il trattamento di alcune specie vegetali è un procedimento colturale noto ormai da secoli. Proprio perché il protagonista di questa pratica agricola è il rame, il nome utilizzato per descrivere il procedimento è da sempre rappresentato dal termine “ramatura”. I prodotti a base di rame impiegati sono dei sali.

In particolare, si tratta di ossicloruro di rame, idrossido di rame, poltiglia bordolese o solfato di rame tribasico. Questi, in forma liquida, vengono in genere spruzzati sulle parti aeree dalle piante e tingono le foglie, i fusti e gli altri organi superficiali di un colore azzurrognolo caratteristico, agendo per contatto.
Il rame, infatti, crea una barriera fisica che riduce le probabilità di attacco di foglie o fusti da parte di organismi patogeni come i funghi, non venendo in alcun modo assorbito dalla pianta in maniera sistemica. Proprio per questo motivo è impiegato con successo in agricoltura biologica, oltre che in agricoltura convenzionale.
Le funzioni della ramatura
Come si può ben capire dai concetti espressi nei paragrafi precedenti, l’utilizzo di rame ha azione preventiva e non curativa: la creazione di una barriera a livello delle parti aeree della pianta impedisce in maniera fisica l’attacco da parte di patogeni e il loro sviluppo su foglie e/o fusti.

Gli agenti patogeni di origine fungina che la ramatura riesce a combattere sono, per esempio, la peronospora (particolarmente aggressiva su vite, pomodoro e rosa), la ticchiolatura (tipica di meli e peri), la monilia, l’antracnosi, l’alternaria e così via. Anche alcuni batteri sarebbero suscettibili all’impiego di rame: sarebbe il caso dello Pseudomonas syringae e dell’Erwinia amylovora.
Proprio perché la ramatura ha azione preventiva, andrebbe effettuata nei momenti antecedenti allo sviluppo delle malattie e va ripetuta nel corso del tempo. Per esempio, in caso di piogge abbondanti, il rame dato precedentemente potrebbe essere stato dilavato, necessitando di una o più ulteriori interventi. Da evitare è poi la ramatura in corso di fioritura, essendo il rame tossico per gli insetti impollinatori.
Le specie più adatte
Alcune specie vegetali, più di altre, beneficiano degli interventi di ramatura, effettuati con regolarità . E’ il caso del pomodoro, della vita, della rosa e della patata. Come si può ben capire, il rame può essere applicati sia in ambito agricolo che nel corso degli interventi di giardinaggio, rispettivamente su piante da coltivazione e piante ornamentali.

Hai mai visto delle rose piantate all’estremità dei filari delle vigne? Il motivo risiede nel fatto che, in passato, queste piante ornamentali avevano la funzione di evidenziare la presenza di malattie, soprattutto fungine, nonostante gli interventi di ramatura, permettendo un rapido intervento, prima che potessero espandersi alle specie da produzione, ovvero le viti.
La peronospora, infatti, è una delle malattie più comuni che interessano la rosa e la vite, prevenibile proprio con ripetute operazioni di ramatura. Questo agente patogeno può attaccare anche le piante di pomodoro e di patata, soprattutto nel corso delle stagioni umide e piovose. Non dimentichiamo dell’olivo, ramato per prevenire la rogna e l’occhio di pavone!
Le specie NON adatte
Al contrario delle specie vegetali appena citate, altre sembrerebbero essere particolarmente suscettibili al rame che, in questi casi, potrebbe creare, una volta spruzzato sulle loro parti aeree, più danni che benefici. In effetti, il rame è dotato di una propria fitotossicità che lo rende in grado di creare delle bruciature visibili delle lamine fogliari.

Le specie vegetali che non dovrebbero, quindi, essere soggette a interventi di ramatura sono rappresentate dalle Leguminosae, come il fagiolo e il pisello, dalle piante di agrumi (per esempio il limone, l’arancio e il bergamotto) e le fragole. Nel caso delle piante di legumi, il rame sembrerebbe creare addirittura necrosi dei tessuti fogliari.
Queste specie, quindi, sarebbero particolarmente sensibili. Sugli agrumi l’impiego di rame andrebbe evitato, invece, in quanto tendono a presentare fioriture prolungate, periodo che abbiamo detto non essere adatto per effettuare interventi di questo tipo. Infine, ma non per importanza, la fragola avrebbe foglie sensibili che potrebbero essere bruciate dall’applicazione di rame.