Questa pianta sopravvive anche al sole cocente: ecco perché tutti la vogliono

Il sole cocente risulta essere spesso “di troppo” anche per molte forme di pianta adattate agli ambienti caldi, in particolare con l’arrivo dell’estate, ritornano di “moda” diverse specie di piante molto resistenti al sole, sono ovviamente varie, molto più di una.
Quale preferire tra quelle più resistenti da mantenere al sole?

Gli effetti del troppo sole

La luce solare è indispensabile per quasi tutte le specie di piante presenti sul pianeta, essendo la fonte principale di nutrienti per il “verde”, evoluzionisticamente adattato a convertire la luce solare in energia, attraverso processi come la fotosintesi clorofilliana, che garantisce la produzione di “carburante” effettivo, permettendo alle piante di sopravvivere.

Fin da bambini impariamo però che l’eccesso di luce solare in particolare il sole diretto, può essere pericoloso come l’assenza totale dello stesso: il troppo sole causa “bruciature” e porta anche ad una disidratazione dell’intero elemento verde ovvimente a partire dalle foglie, che tendono a cambiare colore e seccarsi.

Alcune specie sono invece più evoluzionisticamente in grado di adattarsi al sole diretto, in grado in determinati gruppi di piante, di resistere anche per mesi interi al sole diretto, e diverse di queste specie sono estremamente comuni al giorno d’oggi, spesso impiegate come soluzioni ornamentali, sia in giardino, così come in orto.

La “migliore” pianta che resiste al sole cocente

Naturamente spiccano le piante grasse, ovvero le succulente, dai tradizionali cactus spinosi fino all’aloe vera fino all’albero di giada. Tuttavia molti preferiscono le specie resistenti ai raggi solari “violenti” senza per questo perdere la capacità di sviluppare fiori, elemento che viene rispettato appieno dalla ginestra, che ha una resistenza elevatissima.

Di ginestre ne esistono decine di gruppi e sottogruppi, la più comune è quella che presenta dei fiori di giallo intenso che fioriscono a partire dalla metà della primavera e che permettono un aspetto delicato ma anche elegante, per giardini ma anche per i vasi. La ginestra è apprezzata e conosciuta fin dai tempi antichi.

Viene coltivata soprattutto nelle regioni meridionali dell’Europa Occidentale e centrale (quasi la metà della presenza anche selvatica si trova in nazioni come la Spagna, il Portogallo ma anche gran parte dell’Italia e della Grecia. Molto apprezzata anche per la notevole resistenza ai cambi di clima oltre alle proprietà aromatiche dei fiori.

Coltivazione

Può essere coltivata partendo ovviamente dal seme anche se questo processo può richiedere più di un anno per ambire ad una nuova pianta, che viene anche venduta a costi ridotti già parzialmente cresciuta, spesso anche in vasi di medie e grandi dimensioni.
Fiorisce fino a che la temperatura non diventa rigida abbastanza ma mantiene un comportamento sempreverde.

Richiede poche attenzioni, bisogna tenere conto di un comportmento molto infestante se la specie viene lasciata da sola in giardino a crescere in modo indiscriminato: in questo caso conviene impiegare dei limiti oppure affiancare la ginestra ad altre piante così da incentivare la competizione vegetale e ridurre la presenza eccessiva di questa specie.

Come detto è ideale in ambienti molto soleggiati ed “aperti” ma resiste bene anche alla mezzombra parziale, anche se può crescere e rinnovarsi solo in presenza di almeno 4 ore di sole al giorno, anche in inverno. Per questo potendo scegliere, meglio optare per una condizione di sole diretto o comunque presente.

Consigli di sviluppo

E’ facile da far sviluppare anche da parte dei meno esperti, tuttavia la ginestra è prolifica in condizioni specifiche, in particolare durante il periodo più secco dell’anno, necessita di un terriccio molto drenante, magari agevolato dalla presenza di sabbia o torba, e che sia stato opportunamente concimato prima della primavera.

La ginestra necessita di potature non eccessive ma che comunque non devono mancare, possibilmente subito dopo l’estate o comunque durante l’autunno, oppure al massimo prima dell’aumento delle temperature, mentre in inverno conviene ridurre le irrigazioni così da non favorire la presenza di parassiti e malattie che possono incidere sulla salute della pianta

In inverno inoltre è una buona idea, essendo una pianta spiccatamente mediterranea, fornire una sorta di protezione per fusto e radici, adempiendo una operazione di pacciamatura, sfruttando un qualsiasi elemento a nostra scelta come ad esempio foglie secche, oppure teli concepiti per lo scopo specifico, ovvero preservare l’umidità e la temperatura del terreno.

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