Come coltivare i pomodori ciliegino in vaso

Coltivare il pomodoro ciliegino, una delle varietà più apprezzate e diffuse in cucina, in Italia, come in altre nazioni, è una delle azioni maggiormente interessanti in ambito di produzione locale, essendo questa una tipologia molto amata in cucina, spesso preferita adaltre versioni. Anche i ciliegino possono essere coltivati in vaso, sfruttando qualche strategia.

Ciliegino o pachino?

Ciliegino e Pachino sono due rappresentazioni effettive e specifiche del contesto spesso considerate differenti ma in realtà sono sostanzialmente la stessa cosa. Il pachino, che deve il suo nome dalla città italiana omonima infatti viene chiamato così solo se ha goduto della costituzione IGP locale, ovvero se è stato coltivato in modo riconosciuto in loco.

Il ciliegino rientra quindi nei datterini, elementi che rispetto ai pomodori più grandi sono spesso più facili da integrare e da utilizzare nella maggior parte delle ricette. La forma rotonda, il sapore più delicato ma anche generalmente un livello di acquosità presente ma non eccessivo rende i datterini come il ciliegino molto amato.

Si tratta ovviamente di una selezione di pomodori, quindi il vaso è una possibilità concreta anche per i ciliegini: esistono però alcune regolamentazioni e consigli da tenere bene a mente nel momento in cui decidiamo di coltivarli attivamente ed in modo prolifico nei nostri vasi.
La crescita della pianta non è complessa, lo è di più ottenere un bel raccolto.

Consigli preliminari

Come tutti gli altri pomodori, è bene ricordare alcune condizioni: la posizione deve essere sempre ben soleggiata, quindi presente in modo esposto al sole, senza però esagerare: il sole deve essere non diretto, altrimenti rischia di uccidere le piantine fin dal principio, portando il raccolto a non svilupparsi prima del tempo.

La scelta del terreno è fondamentale: un mix ben equilibrato composto da sabbia, terriccio universale ma anche compost magari fatto in casa o comunque biologico e torba: i pomodori sono piante adattate al clima mediterraneo ma che allo stesso momento non amano le condizioni estreme come di umidità, in ristani idrici.

E’ meglio non fare la composizione del substrato “a livello” ma di siluppare un mix vero e proprio dove la sabbia e la torba riescano effettivamente a fare da “filtro” ma anche da elemento di rilascio dell’acqua in eccesso.
Il vaso deve essere abbastanza grande e profondo, interrare a non più di un singolo cm al massimo due semi per singolo contenitore.

Sviluppo

Il clima ideale è quello primaverile, in particolare la temperatura non deve mai scendere al di sotto dei 15 gradi ed il vaso non deve trovarsi in una condizione estremamente battuta dal vento, anzi dovrebbe essere ben protetta. Molto utile aggiungere del fertilizzante specifico, di tipo biologico, oppure impiegando elementi organici di scarto.

I fondi di caffè sono molto utili perchè scaturiscono azoto che serve per “la struttura” della pianta, ma questo minerale pur essendo molto utile non deve essere l’unico, in quanto un eccesso incentiva esclusivamente lo sviluppo di fogliame piuttosto che i frutti, in fin dei conti l’unica cosa che interessa davvero.

Se non siamo esperti della creazione di un compost fatto in casa possiamo aggiungere scarti di verdure tagliate ma anche gusci d’uovo sminuzzati ed altri elementi di provenienza comunque organica. Altrimenti affidarci ad un preparato già pronto per i pomodori, ovviamente non esagerando con le dosi, evidenziandolo in modo particolare anche nell’irrigazione.

Irrigazione e raccolta

Quello dell’irrigazione è sempre un piccolo dilemma: troppa acqua rende il raccolto poco saporito, d’altro canto è necessaria umidità in buona quantità per garantire una buona produzione ed una salute adeguata. Quanto irrigare? Il sistema migliore è quello a goccia oppure con un innaffiatoio a maglia fine, così da simulare al meglio la caduta della pioggia.

Tenere il terreno appena umido ma evitando di inzupparlo è la prima regola, così come non utilizzare lo stesso terreno in maniera ripetuta. Anche il ciliegino infatti come tutti i pomodori necessita di un substrato molto ricco che tende a consumare molto rapidamente, quindi è bene poi cambiare posizione dopo una stagione di raccolta.

Il periodo estivo è quello ideale per la raccolta, i frutti vanno ovviamente prelevati quando sono ben rossi ma è anche essenziale preservarne la produttiità, eliminando i rami ascellari, ovvero quelli che si trovano tra i due principali, operazione chiamata sfemminellatura, eliminando con le dita i rami non produttivi, così da migliorare la produttività.

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