Attenzione al calcare nell’acqua: rovina le radici

L’uso dell’acqua del rubinetto per l’irrigazione delle piante del giardino e dell’orto è una pratica assai comune e diffuso, ma occorre fare attenzione ad alcuni aspetti che potrebbero rivelarsi problematici. Ad esempio, la presenza di calcare nell’acqua che può accumularsi nel terreno e influire in modo negativo sulla crescita delle piante.

Effetti del calcare sulle radici delle piante

Il calcare presente nell’acqua può alterare il pH del suolo rendendolo più alcalino, un cambiamento che può rendere difficile l’assorbimento dei nutrienti da parte delle radici, come ferro, manganese e zinco. In particolare, le piante che prediligono un pH acido del terreno come azalee e camelie sono sensibili alle variazioni di pH e possono manifestare ingiallimenti delle foglie per carenza di ferro.

L’accumulo di calcare nel terreno può anche formare dei depositi attorno alle radici ostacolando l’assimilazione dei nutrienti e dell’acqua. Ciò può determinare una crescita lenta e stentata della pianta e, nei casi più gravi, portare alla morte delle radici. Inoltre, il calcare altera la composizione del suolo, riducendo la porosità e l’ossigenazione delle radici.

Le piante coltivate in vaso sono particolarmente vulnerabili all’accumulo di calcare nel substrato poiché il poco terreno disponibile accentua gli effetti negativi. I depositi di calcare possono essere visibili sulla superficie del terreno e lungo i bordi del vaso, indicando elevate concentrazioni di sali minerali. Questi depositi possono essere rimossi manualmente.

Ridurre gli effetti del calcare

Una della soluzioni più immediate ed efficaci per ridurre gli effetti negativi del calcare consiste nell’utilizzare acqua a basso contenuto di sali minerali per irrigare le piante. L’acqua piovana è naturalmente priva di calcare e rappresenta la scelta ideale per le annaffiature. Oppure si può usare acqua demineralizzata o trattata con sistemi di filtrazione.

Per le piante particolarmente sensibili ai depositi di calcare, come le piante carnivore o acidofile, si consiglia di testare la durezza dell’acqua prima di utilizzarla. In commercio esistono test che permettono di determinare la durezza totale dell’acqua. Inoltre, l’aggiunta di materiali al substrato come la perlite può migliorare la struttura del terreno e ridurre i depositi di sali minerali.

Un’altra alternativa valida consiste nell’installazione di addolcitori d’acqua domestici che rimuovono i sali minerali in accesso dall’acqua del rubinetto. Tuttavia, è utile sapere che alcuni addolcitori possono aumentare il contenuto di sodio nell’acqua, il che potrebbe non essere raccomandato per alcune specie di piante. Quindi occorre valutare anche in base alla tipologia di piante.

Controllo e cure del terreno

Oltre a trattare l’acqua usata per l’irrigazione, è di fondamentale importanza controllare regolarmente le condizioni del terreno. L’analisi del pH e della salinità del suolo può fornire informazioni più precise sulle condizioni di crescita delle piante. In caso di accumulo di calcare, occorre rimuovere lo strato superficiale e sostituire con terriccio fresco.

La rotazione delle piante e il rinvaso periodico sono modi utili per prevenire l’accumulo eccessivo di sali minerali nel substrato. Durante il rinvaso, occorre ispezionare attentamente lo stato delle radici ed eventuali segnali di sofferenza o di depositi di calcare e intervenire di conseguenza. L’uso di fertilizzanti specifici può aiutare a mantener eun Ph adeguato.

Infine, è anche importante effettuare l’irrigazione nel modo più appropriato per prevenire gli accumuli di calcare. Si deve evitare l’eccesso di acqua per non creare ristagni di acqua, due condizioni che possono favorire il deposito di sali nel terreno. L’irrigazione deve tenere conto delle specifiche esigenze delle singole piante.

Per concludere

Il calcare presente nell’acqua del rubinetto può avere effetti negativi significativi per lo sviluppo e lo stato delle radici e, di conseguenza, per la crescita e lo sviluppo delle piante, perché i depositi di sali minerali interferiscono con l’assorbimento e l’assimilazione dell’acqua e dei nutrienti essenziali.

Occorre allora adottare delle misure correttive, ad esempio utilizzando acqua a basso contenuto di sali minerali, di preferenza l’acqua piovana che ne è priva naturalmente. L’acqua del rubinetto può essere opportunamente trattata con sistemi che trattengono ed eliminando i sali minerali in eccesso prima di essere utilizzata per l’irrigazione.

Anche monitorare le condizioni del terreno, testando il suo pH e la salinità e intervenire di conseguenze con misure correttive in base alle esigenze specifiche delle piante e l’adozione di adeguate tecniche di irrigazione e cura delle piante possono diminuire gli effetti negativi del calcare e prevenire la formazione dei depositi di sali minerali.

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