
Non tutti i semi raccolti da una pianta sono pronti per essere seminati. Spesso si tende a raccogliere in fretta, presi dalla voglia di conservare, ma questa fretta può costare cara. I semi che non hanno completato il loro ciclo di maturazione sono spesso sterili o deboli. Raccoglierli al momento giusto può fare la differenza tra una pianta vigorosa e una deludente assenza di germogli.
Quando raccogliere i semi
La maturità del seme non è sempre facile da riconoscere a occhio. Serve osservazione. In molte piante, i semi maturi cambiano colore, passando da tonalità chiare più scure. Al tatto risultano duri, resistenti. Spesso si staccano facilmente dalla pianta. Se si è costretti a tirare, forse non è il momento giusto. Meglio aspettare qualche giorno che rischiare di raccogliere troppo presto.

Ogni specie ha i suoi tempi. Alcune piante annuali rilasciano i semi velocemente e questi diventano inutilizzabili se non si è attenti. Altre, invece, li trattengono a lungo. In generale, la maturazione si accompagna all’essiccazione della parte della pianta che li contiene: baccelli che si aprono, capsule che si screpolano, frutti che si induriscono. L’aspetto esteriore è spesso un buon inizio.
Un errore comune è quello di raccogliere durante una giornata umida. L’umidità può rovinare la conservazione e far sviluppare muffe. I segni devono essere asciutti al momento della raccolta. In certi casi, può essere utile lasciarli su un vassoio per qualche giorno in un luogo arieggiato prima di riporli. Un seme anche solo un po’ umido può perdere la capacità di germinare in poco tempo.
Test di germinazione
Che conserva se mi sa quanto conta il luogo dove vengono messi in. Basta Poca umidità per compromettere mesi di attesa appunto un barattolo di vetro con tappo ermetico, tenuto in una dispensa fresca e al buio, e spesso sufficiente. Le bustine di carta sono utili, ma vanno protette da eventuali infiltrazioni. Etichettare tutto con data e nome della pianta etica confusione dopo mesi.

I semi non vivono per sempre. Alcuni durano anni, altri pochi mesi. Per capire se hanno ancora la forza di germogliare, esiste un modo semplice: il test di germinazione. Si mettono dieci semi su carta assorbente umida, si coprono e si tengono al caldo. Dopo qualche giorno, si conta quanti sono germinati. Se sono meno della metà , forse è meglio non usarli.
Non è raro trovare semi all’apparenza maturi che poi non germinano. In certi casi la pianta stessa può averli prodotti sterili, magari per stress, per impollinazione incerta o per ibridazione. Questo vale soprattutto per piante ornamentali o ibride coltivate in giardino. Non tutto ciò che cade a terra darà nuova vita. L’osservazione e la prova restano gli strumenti più affidabili.
Il test del rumore
Un’altra cosa da sapere è che raccogliere i segni da piante e malate è una pessima idea. Anche se sembrano sani, potrebbero portarsi dietro spore, virus o batteri. L’anno dopo, ci si ritrova con piantine deboli o già infette. Conviene scegliere sempre le piante più vigorose come fonte dei semi. In pratica, fare una selezione naturale anche a monte.

Che ha un orto, di solito impara presto a distinguere i semi validi. Basta provare a seminare semi verdi o molli per vedere che non succede nulla. Alcuni si disfano nel terreno, altri ammuffiscono. Quelli maturi, invece, resistono. Hanno una corazza che li protegge fino al momento giusto. Questa differenza si nota anche nel peso: i semi maturi sono più pesanti, pieni.
Un altro segnale utile è il rumore. I semi secchi spesso tintinnano se agitati in un contenitore. Sembra banale, ma è un dettaglio che chi li raccoglie da anni conosce bene. È quel suono che dice: sono pronti. I semi umidi o acerbi restano silenziosi, si incollalo, si schiacciano facilmente. Sono segni che qualcosa non va tutto la raccolta è fatta anche di piccoli indizi.
La qualità del seme
Con le piante da fiore, bisogna fare ancora più attenzione. I semi sono spesso minuscoli e il momento della raccolta dura poco. Se si aspetta troppo, il vento o la pioggia li disperdono. Se si anticipa, non germogliano. In certi casi conviene coprire i capolini con garze leggere, per raccogliere i semi quando cadono da soli. È un metodo semplice ma efficace.

A volte si ha l’illusione che basti seminare per ottenere una pianta. In realtà tutto parte dalla qualità del seme. Un seme ben formato contiene tutta l’energia necessaria per iniziare la vita. Senza quella carica, anche con le migliori cure, non nascerà nulla. E non si tratta solo di tecniche: serve pazienza, occhio e un po’ di esperienza. Più si prova, più si impara tutto
Alla fine, raccogliere semi maturi non è solo una questione tecnica, ma un modo di prendersi cura del futuro raccolto. È un gesto semplice che però influisce su tutta la stagione successiva. Chi semina vuole vedere nascere qualcosa. E tutto comincia da lì, da un piccolo seme, raccolto al momento giusto, messo da parte con attenzione, e poi seminato con fiducia.